Depurazione delle acque di prima pioggia

Normative di riferimento

Le direttive europee 2000/60/CEE e 91/271 impogono il trattamento delle acque di prima pioggia a tutela dei corpi idrici recettori. Tali acque contengono un elevato carico inquinante, dovuto a composti organici e inorganici, olii, idrocarburi, particelle sospese.
Il dilavamento di piazzali di siti produttivi (officine, cantieri ogni natura), parcheggi, reti stradali, costituisce la causa principale di alterazione della qualità delle acque piovane.
L'articolo 3 della legge della regione Lombardia del 24 marzo 2006 n° 4, relativa alla "Disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne" in attuazione dell'articolo 52, comma 1, lettera a) della legge regionale 12 dicembre 2003, n°26 (BURL del 28 marzo 2006 n° 13, 1° suppl. ord.) sancisce che la formazione, il convogliamento, la separazione, la raccolta, il trattamento e lo scarico delle acque di prima pioggia sono soggetti alle disposizioni del suddetto regolamento qualora tali acque provengano:
a) da superfici scolanti di estensione superiore a 2000 metri quadri, calcolata escludendo le coperture e le aree a verde, costituenti pertinenze di edifici ed installazioni in cui si svolgono le seguenti attività: industria petrolifera, industrie chimiche, trattamento e rivestimenti dei metalli, concia e tintura delle pelli e del cuoio, produzione della pasta carta (della carta e cartone), produzione di pneumatici, aziende tessili che eseguono stampa tintura e finissaggio di fibre tessili, produzione di calcestruzzo, aree intermodali, autofficine, carrozzerie;
b) dalle superfici scolanti costituenti pertinenza di edifici ed installazioni in cui sono svolte attività di deposito rifiuti, centro di raccolta e/o trasformazione degli stessi, deposito di rottami e deposito di veicoli destinati alla demolizione;
c) dalle superfici scolanti destinate al carico e alla distribuzione di carburante ed operazioni connesse e complementari nei punti vendita delle stazioni di servizio per autoveicoli;
d) dalle superfici scolanti specificatamente o anche saltuariamente destinate al deposito, al carico, allo scarico, al travaso e alla movimentazione in genere delle sostanze di cui alle tabelle 3/A e 5 dell'allegato 5 del Decreto Legislativo 03 Aprile 2006 n° 152 parte III.
L' articolo 5 del regolamento suddetto (sistemi di raccolta e convogliamento delle acque di prima pioggia e di lavaggio) sancisce inoltre che:
1) Tutte le superfici di cui all'articolo 3 devono essere impermeabili.
2) Le acque di prima pioggia e le acque di lavaggio, che siano da recapitare in corpo d'acqua superficiale ovvero sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, devono essere avviate ad apposite vasche di raccolta a perfetta tenuta, dimensionate in modo da trattenere complessivamente non meno di 50 mc per ettaro di superficie scolante (di seguito vasche di prima pioggia).
3) Alle acque meteoriche di dilavamento deve essere destinata una apposita rete di raccolta e convogliamento, munita, nei casi di cui al comma 2, di un sistema di alimentazione delle vasche di prima pioggia che le escluda automaticamente a riempimento avvenuto; la rete deve essere dimensionata sulla base degli eventi meteorici di breve durata e di elevata intensità caratteristici di ogni zona, e comunque quanto meno assumendo che l'evento si verifichi in quindici minuti e che il coefficiente di afflusso alla rete sia pari a 1 per la superficie scolante e a 0,3 per quelle permeabili di qualsiasi tipo ad esse contigue, escludendo dal computo le superfici incolte e quelle di uso agricolo.

Descrizione degli impianti di trattamento

Le acque di prima pioggia da inviare all'impianto di trattamento vengono normalmente accumulate in un bacino interrato, dimensionato per accogliere un volume di acqua pari a 5 mm moltiplicato per la superficie del piazzale o dell'area produttiva interessata.

Gli impianti di trattamento acque di prima pioggia B&P WATER TECHNOLOGIES sono costituiti da tre sezioni distinte:

  1. Sezione di grigliatura, ove le particelle grossolane vengono separate dalle acque
  2. Sezione di dissabbiatura, ove le particelle più fini vengono separate dalle acque
  3. Sezione di disoleazione, per la rimozione degli idrocarburi e degli oli non emulsionati

L'utilizzo di piani a coalescenza permette una notevole efficienza, rispetto ai sistemi tradizionali, in termini di separazione degli oli, degli idrocarburi e delle particelle solide sospese, permettendo al contempo una notevole riduzione degli ingombri.

La costruzione in acciaio garantisce inoltre una notevole resistenza meccanica dell'apparecchiatura. La resistenza alla corrosione è garantita dall'utilizzo di vernici speciali specifiche per le apparecchiature da interro.

In alternativa le vasche possono essere fornite in cemento armato pedonali o carrabili con caratteristiche di resistenza meccanica e alla corrosione a norma di legge.


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